Quattro conseguenze da adulti dei bambini adultizzati.
- Dott.ssa Antinoro Anna
- 11 apr
- Tempo di lettura: 3 min
"Siediti composto"
"Mangia bene"
"Non sporcarti"
"Non urlare"
Questi sono solo alcuni esempi di messaggi che vengono dati ai bambini per far si che si comportino "bene".
Volere insegnare l'educazione è necessario, soprattutto nel periodo contemporaneo in cui ci si sente quasi in colpa a mettere dei limiti.
Ma un conto è educare, un conto è riempire di regole che limitano qualsiasi forma dell'essere. Vogliamo bambini perfetti e impeccabili ma qual è il prezzo di questa adultizzazione e aspettativa degli adulti sui bambini?
Che adulti potrebbero diventare? Te lo racconto in questo articolo.

LE CONSEGUENZE A LUNGO TERMINE SULLA PERSONALITA'
Crescere in un ambiente in cui le aspettative genitoriali superano i bisogni infantili porta a quello che in psicologia si definisce adultizzazione precoce. Questo fenomeno si verifica quando un bambino viene spinto a comportarsi da adulto, assumendo ruoli e doveri emotivi o pratici che non gli competono o che non è ancora pronto a svolgere.
Da adulti i segni del passato rimangono e lasciano un imprinting rispetto al modo di vivere e di essere che, in alcuni casi, alimenta anche la sofferenza psicologica.
IL BISOGNO DI ESSERE FORTE, NON POSSO MOLLARE.
Se fin da piccoli si è stati educati a reprimere le proprie emozioni per non risultare "pesanti" o "troppo sensibili", è probabile che da adulti si sviluppi una certa intolleranza verso la fragilità, sia propria che altrui. Questa attitudine si manifesta in diversi modi:
Difficoltà a chiedere aiuto: l'idea di essere dipendenti dagli altri può generare un senso di vergogna o di fallimento.
Svalutazione delle emozioni altrui: chi ha imparato a nascondere le proprie difficoltà può tendere a giudicare negativamente chi si mostra vulnerabile.
Necessità di dimostrare sempre efficienza: ci si impone standard altissimi per evitare di sentirsi deboli o inadeguati con una conseguente e costante tendenza ad una vita stressata e stressante.
Questa rigidità emotiva, col tempo, può portare a esaurimento, isolamento e difficoltà nelle relazioni affettive.
PERFEZIONISMO E SENSO DI INADEGUATEZZA A CAUSA DELLE ASPETTATIVE.
Quando un bambino cresce sentendo di dover sempre "meritare" l'affetto attraverso risultati eccellenti, si sviluppa un senso di perenne inadeguatezza. Questo si traduce in:
Autosvalutazione costante: anche i successi vengono minimizzati e mai percepiti come sufficienti.
Ansia da prestazione: la paura di sbagliare blocca la spontaneità e genera uno stato di tensione continua.
Difficoltà a godersi il riposo: il bisogno di sentirsi sempre produttivi impedisce di rilassarsi senza sensi di colpa.
Il perfezionismo non è altro che una corazza che protegge dall’insicurezza e dalla paura di non appartenere, ma a lungo andare, può trasformarsi in un fardello opprimente.
DIFFICOLTA' AD ACCOGLIERE E RICONOSCERE LE EMOZIONI
Se da bambini non si è stati incoraggiati a esprimere ciò che si provava ma soprattutto, se non si è cresciuti in un contesto emotivamente validante, da adulti si può ridurre o non avere il contatto con le proprie emozioni.
Tra alcuni segnali tipici puoi trovare:
Confusione emotiva: non si riesce a dare un nome preciso a ciò che si sente.
Reazioni sproporzionate: le emozioni represse emergono in modo improvviso e intenso.
Evitamento del dolore: si tende a ignorare le proprie sofferenze distraendosi con il lavoro o con altre attività compulsive.
Riconnettersi ed educarsi con le proprie emozioni è essenziale per costruire un equilibrio interiore più sano.
BISOGNO COSTANTE DI CONTROLLO ED UTILITA' PER GLI ALTRI
Essere cresciuti con la sensazione che l’amore fosse condizionato dalla propria "bravura" può portare a dinamiche relazionali complesse e faticose. Due atteggiamenti che possono emergere:
Tendenza a sacrificarsi per gli altri: si cerca di essere sempre disponibili, spesso a discapito di sé stessi.
Bisogno di controllo nelle relazioni: per evitare il dolore dell’incertezza, si cerca di mantenere il dominio sulla relazione.
In entrambi i casi, si fa fatica a vivere relazioni autentiche e paritarie, generando frustrazione e insoddisfazione.
INTERROMPERE IL CICLO E RISCOPRIRSI, E' POSSIBILE?
La risposta è si.
Se ti riconosci in alcuni di questi segnali, sappi che non sei solo. L’adultizzazione precoce è una ferita invisibile ma profonda, che si può curare con il tempo e con il giusto supporto.
Il primo passo è prendere consapevolezza di queste dinamiche e riconoscere che il bisogno di protezione e di affetto non è una debolezza, ma un aspetto naturale dell’essere umano.
Riconoscere gli atteggiamenti che ti affaticano e scoprire il bisogno alla base, ti permette di individuare il focus su cui puoi lavorare attraverso un percorso psicologico o con esercizi di auto-consapevolezza.
Puoi costruire una nuova narrativa di te e della tua storia, quella in cui non devi sempre dimostrare qualcosa per essere degno di amore e rispetto ma soprattutto, in cui puoi imparare a conoscerti e a volerti bene per come sei.
Liberarsi dalle aspettative imposte dall’infanzia significa riscoprire la tua autenticità e imparare, finalmente, a essere te stesso.
E tu? chi sei? quanto di ciò che fai è tuo o è frutto della proiezione degli altri?
Pensaci.
Dott.ssa Anna Antinoro
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