Lamentarsi è un modo per dar forma al proprio malessere e disagio. E' un affermare un sentire.
A livello sociale però, non è un aspetto sempre accettato e accolto, anzi, in alcune situazioni alimenta il fastidio degli altri.
Da dove lo capisci che gli altri sono infastiditi? da quando ti diranno "dai, ma c'è di peggio" oppure "va bhe ma non ti va mai bene niente" o cose di questo tipo.
Peccato che tutti abbiamo il diritto di lamentarci ma bisogna fare attenzione a capirne il senso e la motivazioni e a non cadere nel tranello dell'essere vittima.
Ci sono infatti lamentele distruttive e lamentele costruttive, come facciamo a distinguerle? e come possiamo farlo in modo costruttivo? Vediamolo insieme.
COS'è LA LAMENTELA COSTRUTTIVA
La lamentela è costruttiva nel momento in cui si trasforma in una manifestazione di un pensiero utile a condividere un senso di ingiustizia, a mettere un limite o a richiedere un comportamento da parte dell'altra persona che sia di rispetto e paritario.
Quello che la rende costruttiva è l'idea di finalizzarla e indirizzarla verso uno stato positivo e propositivo conseguente all'essere espressa.
Cosa vuol dire? dopo che definisci cosa ti sembra ingiusto e ti fa stare male, devi agire per cambiare la situazione che ti porta a sentirti così.
Se continui a dire di quella situazione e quel vissuto ma non ti smuoverai da dove sei, probabilmente ti lamenterai sempre (e ne avrai ottimi motivi) ma senza risultato.
La lamentela è quindi una reazione espressa a una situazione spiacevole e, l'obiettivo più o meno esplicito, è quello di essere visibili agli altri e a chiedere aiuto a qualcuno che possa supportare la nostra tesi e validarla.
Se una persona fa qualcosa che non ti fa stare bene tu non solo hai il diritto di manifestarlo ma ne hai il DOVERE, perchè questo aumenterà la probabilità di stabilire un confine tra te e l'altra persona.
Lamentarsi è un pò come dire "oltre di qua non voglio che si vada", per cui, se smettessi di farlo, sarebbe un pò come dire "mi va bene tutto".
Quindi per ricapitolare, se ti lamenti avrai più possibilità di trovare una soluzione.
QUANDO E' DISTRUTTIVA?
Quando diventa un comportamento persistente e non ti porta ad attivarti in nulla. In quel caso, la lamentela rafforzerà la tua posizione esistenziale in cui ti sentirai vittima e in balia della situazione, degli eventi e del tuo sentire.
L'obiettivo implicito in quel caso è quello di attirare l'attenzione dell'altro per essere compatiti, per fare tenerezza/pena e di conseguenza, confermarsi l'idea negativa che si ha di sè accompagnata dal pensiero "non ce la farò mai a uscire da questa situazione".
Naturalmente il processo spesso è inconsapevole e diventa un vero e proprio modo di comportarsi nella relazione con gli altri.
Da dove puoi renderti conto che probabilmente la tua lamentela è distruttiva?
In primis dal fatto che nel dirla ti senti parecchio scarico emotivamente, ti senti senza speranza e via d'uscita; in secondo luogo, quando dalle persone a te vicine puoi ricevere feedback come "dai però basta lamentarti", "sei pesante", ecc..
Risultato? allontani gli altri, ti rendi solo nel tuo essere e ti confermi di te che non ne uscirai mai.
COME POSSO TRASFORMARLA IN UNA LAMENTELA COSTRUTTIVA?
La prima domanda che puoi farti quando hai bisogno di lamentarti è "qual è il bisogno che mi porta a farlo?", condividere? chiedere aiuto? alimentare aspettative? provocare reazioni? Se il focus è focalizzato sulla relazione, sappi che sei in una lamentela fine a sè stessa, perchè è come se alimentassi un bisogno che non esprimi direttamente alla persona o a te stesso ma implicitamente desideri l'attivazione di un comportamento (questa è una forma di manipolazione).
Sposta il focus su di te e chiediti "sulla base del mio bisogno, ci sono altri modi che posso agire per occuparmene che non sia lamentarsi?" e prova a trovare strategie più funzionali per farlo.
Cerca di esporre il problema in un linguaggio più proattivo e costruttivo. Termini come "subisco sempre le cose", "non ce la faccio più", "non ne uscirò mai", alimenteranno il tuo stato di vittimismo.
Se una situazione non ti giova, hai tutto il diritto di manifestarlo, prova però a cambiare pensiero trasformandolo in un "mi rendo conto che mi sono reso vittima della situazione, non lo voglio più", "è necessario dare un limite a questa situazione", "sono stanc* di sentirmi così", ecc.
Senti come il pensiero è protettivo e proattivo? questo è il modo funzionale per renderti efficace nel potere che hai di azione.
In ultimo limita la critica su tutto, di te in primis. Più alimenterai le critica, più questo ti attiverà stress interno ed esterno. Lo stress consuma energie, quelle che potrebbero mancarti per affrontare le situazioni della vita. L'essere umano giudica per natura ciò che vive, perchè il giudizio aiuta a dare forma e a spiegare delle cose, tuttavia, farlo in modo eccessivo alimenterá malessere e frustrazione fine a sè stessa.
Nessuno di noi vive nell'onnipotenza, ma questo non significa che siamo impotenti. Ognuno di noi ha il proprio potere sulle cose e il compito di ognuno di noi, è scoprirlo e potenziarlo.
Dott.ssa Anna Antinoro
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